Conferenza: Arte e Cibo a cura di Bruno Draccone
Iniziativa collaterale a Cortonantiquaria 2022
Chiostro Centro S. Agostino
Sabato 20 agosto ore 19
Una conferenza dedicata alla relazione fra Arte e Cibo, attraverso la visione di cinque dipinti a tema, è la prima delle iniziative di Cortonantiquaria all’interno del Centro Convegni Sant’Agostino. Le opere rimarranno esposte per tutta la durata della manifestazione. Fonte di ispirazione inesauribile, il connubio tra arte figurativa ed arte culinaria è ripercorso attraverso una selezione di cinque opere, in occasione della sessantesima edizione della mostra antiquaria di Cortona. La tematica legata al cibo è affrontata mediante interpretazioni di artisti distanti per epoche ma accomunati dall’interesse per la rappresentazione culinaria.
L’estroso vitalismo del Todeschini (1664-1736), fornisce lo spunto per questa rassegna che mette in luce i diversi significati che le vivande hanno progressivamente assunto nella storia dell’arte in generale e nei percorsi dei singoli artisti in particolare. Il dipinto vede la presenza di bevande e cibi frugali riprendendo l’ambiente delle taverne, luoghi dove era solito trovare personaggi come quello raffigurato, presumibilmente autoritratto dello stesso pittore.
Nella tela di Francesco Bassano (Bassano del Grappa, 1549- Venezia, 1592) la descrizione dell’ambiente è del tutto predominante: la grande cucina rustica si apre su di un ampio paesaggio collinare ed è attrezzata con vari generi di utensili, paioli in rame, piatti in stagno, ciotole e setacci; è una cucina dove l’opulenza del cibo trionfa con grande varietà di pollami e di pesci. Certamente vi sono qui sottintesi i vizi dell’ingordigia e della gola contrapposti alle virtù dello spirito e del sacrificio, ma l’insieme risulta una piacevole descrizione di un ambiente domestico della fine del Cinquecento.
Theodor Helmbreker (Haarlem, 1633 – Roma, 1699), artista olandese lungamente attivo in Italia, è uno tra gli esponenti di maggior successo del mondo romano dei cosiddetti “bamboccianti”. Le sue scene raffiguranti i tipici interni di osteria sono in grado di fornire pretesti per gesta teatrali, dal tono scherzoso e dal carattere goliardico.
La briosa matericità tipica di Angelo Maria Crivelli, detto il Crivellone (attivo a Milano tra il 1690 e il 1730), firma figurale prepotentemente evidente nel dipinto raffigurante tacchini e galli, anima una vivace scena di natura viva collocata in contesto bucolico. In questo caso la presenza dei tacchini da poco importanti dall’America segna un punto di svolta nella cucina europea.
L’esaltazione dei palati più raffinati dei nobili signori è invece tema della gioiosa scena di convivio con personaggi abbigliati in abiti tradizionali dell’Italia meridionale attribuita a Pietro Fabris (attivo a Napoli fra il 1756 e il 1792). Il cibo non è visto solo più come bisogno primario, ma anche come materia plasmabile, da ammirare, da offrire, da percepire con tutti i sensi.